Oggi per quanti conoscono e seguono le vicende delle navi della flotta FS è stata una giornata particolarmente interessante sotto il profilo storico. Chi scrive vuole solo raccontare quanto accaduto tralasciando volutamente qualsiasi considerazione su poteva ancora offrire la più grande nave (merci) costruita dalle FS.
Intorno alle 17.15 mi trovavo a Torre Faro, una località della riviera nord della città di Messina, dalla piazza principale a ridosso del mare e ai piedi del traliccio dell’ENEL, più conosciuto come ‘’pilone’, si gode una vista mozzafiato su Villa San Giovanni, e tra una raffica di libeccio e qualche nave portacontainer attendevo che la nave Garibaldi transitasse sulle acque dello Stretto.
Il tempo scorreva lento mentre le raffiche di libeccio soffiavano in modo sempre più incalzante. Alle 18.05 da nord, si intravede l’albero della portaaeromobili Garibaldi della Marina Militare Italiana che solca sicura le acque dello Stretto.
Esattamente un minuto dopo, un’altra unità si presentava: era il rimorchiatore Pantanassa, battente bandiera greca, che lentamente si avvicinava con una grossa cima che dalla sua poppa si perdeva nella foschia che lentamente incalzava regalando uno scenario suggestivo. Alcuni istanti dopo, tra la leggera nebbia che piano piano si innalzava, lentamente avanzava la nave di RFI. Alle ore 18.08 l’inusuale convoglio, formato dal rimorchiatore Pantanassa al traino della Garibaldi, impegnava l’imboccatura nord dello Stretto, sfilando verso sud tra Scilla e Cariddi.
Ecco la Garibaldi proprio tra me e Villa San Giovanni e poco distante appariva maestosa la nave MSC Splendida appena partita dal porto di Messina e diretta verso nord. La Garibaldi, costruita nel 1982 nei cantieri navali di Palermo, è stata utilizzata per 28 anni tra Civitavecchia e Golfo Aranci, trasportando migliaia di carri ferroviaria nei suoi tre ponti. Alle 18.22 il buio scendeva sempre più, la Garibaldi intanto proseguiva il suo viaggio trainata con una lunga fune.
Giunta all’altezza del centro di Messina le quattro luci di poppa della Garibaldi diventavano sempre più piccole, fino a scomparire nel nero della notte che vedrà l’ex nave ferroviaria italiana proseguire il suo viaggio verso sud e speriamo anche verso una nuova vita.
Giovanni Russo
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