126 anni fa il primo treno traghettato sullo Stretto di Messina: una storia che merita memoria
MESSINA – Il 1° novembre 1899, per la prima volta in Italia, alcuni rotabili ferroviari vennero imbarcati su un ferry-boat per attraversare lo Stretto di Messina. Da allora, il servizio di traghettamento ferroviario tra Sicilia e Calabria è rimasto attivo, con pochissime interruzioni. Eppure, oggi – a 126 anni di distanza – questa ricorrenza passa inosservata. Nessuna celebrazione, nessuna iniziativa ufficiale. E il servizio? Ancora identico a quello di allora.
Nonostante investimenti, proclami e l’arrivo nel novembre 2021 della nuova nave Iginia, il principio operativo non è mai cambiato. I treni, con le consuete manovre, vengono caricati sulle navi, attraversano lo Stretto, sbarcano e proseguono. Nessuna innovazione sostanziale, nessuna reale modernizzazione. Solo un aggiornamento estetico della flotta, che non incide né sull’efficienza né sulla visione complessiva del servizio.
Le celebrazioni del 1996 e la nostra mostra del 2009 per i 110 anni sembrano ormai lontane nel tempo. Da allora, il silenzio. E oggi, mentre si attende la realizzazione del ponte sullo Stretto, il sistema continua a funzionare per inerzia, privo di ambizione e di una strategia di rilancio. Vale però la pena ricordarlo: anche con il ponte ultimato e operativo, il servizio minimo di traghettamento ferroviario resterà comunque previsto, per garantire la continuità in caso di chiusure o manutenzioni. Un dettaglio spesso trascurato, ma che conferma il ruolo strategico di questa infrastruttura.
L’unico segnale di discontinuità è arrivato dalla nostra proposta di velocizzazione, che ha introdotto l’impiego di convogli con locomotive E464 dotate di batterie, appositamente modificate per consentire l’imbarco e lo sbarco autonomo diretto sulle navi traghetto. Un intervento concreto, frutto di visione e competenza, che ha dimostrato – anche ai più scettici – che migliorare il servizio e ridurre un minimo i tempi di attraversamento è possibile.
Nel 2022, a conferma di questa direzione, sono entrate in servizio le nuove locomotive Vossloh DE 18, acquistate da Rete Ferroviaria Italiana per le manovre di imbarco e sbarco dei treni notte e merci. Più moderne ed efficienti rispetto alle storiche D145, rappresentano un passo avanti sul piano tecnico. Ma anche in questo caso, il modello operativo resta immutato.
Quanto al futuro, restano solo interrogativi. Dopo l’arrivo della nave Iginia, non risultano in costruzione nuove navi ferroviarie. La nave tipo Messina potenziata, prevista per i saltuari collegamenti con la Sardegna, sembra essere stata accantonata, lasciando il sistema privo di una reale prospettiva evolutiva. Il traghettamento ferroviario sullo Stretto resiste grazie ai contributi statali per la continuità territoriale, che garantiscono l’esercizio quotidiano di cinque coppie di treni: due Intercity e tre Intercity Notte. In attesa del ponte – e anche oltre – si continua ad affidarsi a un servizio che sopravvive più per obbligo che per visione. Solo grazie a iniziative indipendenti come la nostra si è riusciti, finora, a muovere qualche timido passo avanti.
In anteprima la nuova nave Iginia mentre lascia il porto peloritano
Messina, 01 novembre 2025 | Foto, Giovanni Russo
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